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Angelini (Artena): “Da giorni non siamo nelle condizioni di informare correttamente i nostri cittadini”. Cacciotti (Carpineto Romano): “Fatti di una gravità inaudita che, lo ribadisco, stanno esponendo le nostre comunità a un elevato rischio di contagio”
Da giorni i Comuni non fanno sapere quanti sono i casi positivi al coronavirus. C’è un vero e proprio blackout nei dati ufficiali che va avanti da diversi giorni. L’ultimo aggiornamento del Comune di Colleferro risale al 16 ottobre. L’ultimo di Artena al 15 ottobre. L’ultima informativa del Comune di Valmontone è addirittura dell’11 ottobre scorso. Cosa sta succedendo?
Da Artena il sindaco Angelini dichiara che “da giorni la Asl ci invia dati non aggiornati e non tempestivi: noi sindaci non siamo messi nelle condizioni di conoscere il reale stato dell’epidemia”. Ai sindaci arriverebbero con forte ritardo le comunicazioni dei positivi e alcune tabelle non aggiornate con le persone in quarantena e in isolamento. Il sistema è sensibilmente diverso da quello attuato nella Asl Roma 6, dove i sindaci hanno accesso ad una piattaforma informatica in cui verrebbero riportati anche i dati di chi ha fatto i tamponi e i relativi esiti. Tornando alla Asl Roma 5, di “fatti di gravità inaudita” parla il sindaco di Carpineto Romano, Stefano Cacciotti, molto duro con la direzione generale.
Cacciotti: “Gestire un’emergenza sanitaria in queste condizioni è folle e pericoloso”
“Che qualcosa nella Direzione Generale della nostra Asl di competenza non stia funzionando come dovrebbe nella gestione dei tamponi, nel tracciamento dei positivi e nel servizio di informazioni ai Sindaci – afferma Cacciotti – mi pare piuttosto evidente e noto pressoché a tutti. Quello che posso dire io, in base anche all’esperienza avuta nella gestione della fase più acuta della pandemia tra marzo e aprile, è che gestire un’emergenza sanitaria di tali dimensioni in queste condizioni è folle e pericoloso. Qui siamo arrivati al punto che i Sindaci, ovvero le massime autorità sanitarie locali, non vengono più messi a conoscenza dalla Direzione Generale della Asl Roma 5 sullo stato reale di salute dei loro cittadini. Qui siamo arrivati al punto che il contact tracing, ovvero l’attività di ricerca e gestione dei contatti, lo stanno facendo i medici di base e il sottoscritto. Fatti di una gravità inaudita che, lo ribadisco, stanno esponendo le nostre comunità a un elevato rischio di contagio”.
Le carenze nel contact tracing riscontrate a Carpineto Romano
E Stefano Cacciotti spiega così quanto sta accadendo a Carpiento Romano: “Nonostante sia stato messo al corrente di più positività da parte dei medici di base o degli stessi cittadini, ad oggi la Direzione Generale della Asl Roma 5 me ne ha comunicate ufficialmente solo due: ho contattato le persone interessate (come ho sempre fatto dall’inizio dell’emergenza per sincerarmi delle loro condizioni di salute) ed è emerso che tra gli amici, familiari e conoscenti stati a contatto con loro nei giorni antecedenti, nessuno è stato chiamato dalla Asl per il famoso contact tracing, con la conseguenza che molti potenziali positivi, ignari della loro condizione, hanno continuato a condurre una vita normale fino a che non sono stati avvisati, dai cittadini stessi o dai loro medici di base, che sarebbe stato opportuno fare un tampone”.
“Gli esiti dei tamponi molecolari non arrivano se non a distanza di giorni o settimane”
“Si recano così al drive trough di Colleferro – prosegue Caccciotti – per il tampone antigenico: se negativo tornano a casa, se positivo vengono sottoposti seduta stante al tampone molecolare. Ed è in questo secondo caso che si verifica il più grande cortocircuito: gli esiti dei molecolari non arrivano se non a distanza di giorni o, in alcuni casi, settimane lasciando i cittadini in preda all’incertezza e talvolta al panico più totale, la rete dei contatti esposta a un grave rischio di contagio e le Istituzioni prive di strumenti per contrastarne la diffusione del territorio”.
La ricerca di “passi condivisi”
Cosa faranno i sindaci? C’è chi parla di una lettera di protesta da inviare al Prefetto e all’Assessorato regionale, che starebbe in valutazione. Cacciotti parla di “passi condivisi”: “Ora con gli altri sindaci del territorio ci stiamo riservando la possibilità di fare determinate scelte e compiere determinati passi, condivisi e nell’interesse generale delle nostre comunità: segnaleremo innanzitutto la carenza del personale degli uffici della Asl di Colleferro alla quale è stata tolta centralità rompendo una macchina che durante il lockdown aveva funzionato abbastanza bene. Perché anche noi siamo stati chiamati a fronteggiare il virus in prima linea e farlo senza gli strumenti adeguati rischia di rende ogni sforzo vano se non addirittura rischioso”.
Da Labico l’appello del sindaco: “È assurdo È come raccogliere l’acqua con una rete. Aiutiamoci a vicenda”
A Labico la situazione non è da meno, tanto che il Primo Cittadino Danilo Giovannoli invita i cittadini ad aiutarsi a vicenda. “È semplicemente assurdo” esordisce il Sindaco. “La catena di comunicazione tra asl e primi cittadini – ha affermato Giovannoli – è ormai chiaramente bloccata: continuiamo a venire a conoscenza dei positivi direttamente da loro ma ricade comunque su noi sindaci il dovere di predisporre e rimodulare tutti i servizi connessi alla quarantena: dal monitoraggio del suo rispetto, alla sospensione della raccolta differenziata. Una responsabilità già grande di per sé, enorme dal momento in cui non sappiamo più chi si negativizza, chi è effettivamente positivo, chi è in isolamento fiduciario. Come raccogliere acqua con una rete. Vi rinnovo pertanto l’appello a contattarmi, anche personalmente – ha dichiarato il Sindaco –, nel caso in cui siate soggetti a quarantena o positività. Per parte mia posso assicurarvi che farò tutto il necessario, anche di più, con i mezzi a disposizione.Per il resto: evitate al massimo gli spostamenti, indossate la mascherina, rispettate le distanze, igienizzate le mani”.
Uffici Asl in affanno anche per rispondere al telefono
In questi giorni ci sono pervenute delle segnalazioni di persone positive che non riescono a mettersi in contatto con la Asl Roma 5 né per ricevere il risultato del tampone né per chiedere ulteriori informazioni su come comportarsi. Sembrerebbe che il personale della Asl sia sommerso dalle richieste che arrivano per telefono e per email e non riesca a rispondere a tutti in tempi brevi. Se questo è il problema, forse la Asl potrebbe valutare quantomeno di dare un appalto a una società di call center per gestire le telefonate e le email.