Anche i Pronto Soccorso di Colleferro e Palestrina in collegamento diretto con Roma

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Dal 1° gennaio è attivo il collegamento in telemedicina tra i Pronto Soccorso di Colleferro, Palestrina, Tivoli, Subiaco e Monterotondo con i DEA di II livello

Da undici giorni la telemedicina è entrata nelle reti d’emergenza della Asl Roma 5, in particolare nei cinque ospedali dell’Azienda Sanitaria Locale. I Pronto soccorso degli ospedali di Colleferro, Palestrina, Tivoli, Subiaco e Monterotondo dal 1° gennaio sono infatti in collegamento diretto con i DEA di II livello del Lazio. Sfruttando le tecnologie Telemed e Advice, i medici della medicina d’urgenza hanno infatti la possibilità si mettersi in contatto diretto, video e audio, con gli esperti presenti nelle strutture dotate di funzioni di più alta qualificazione per un consulto diretto ed immediato.

Come accade tutto ciò? I Pronto Soccorso sono stati dotati di un computer con videocamera, casse e microfono con i quali il collegamento internet tra le strutture permette di vedere i pazienti in teleconferenza, porre loro delle domande e ascoltarne le risposte. Tutto ciò per trattare in modo più appropriato emergenze legate a patologie cardiologiche (si pensi alle sindromi coronariche acute), a tutte le patologie vascolari cerebrali, ai neurotraumi e ai politraumi.

Quindi nel momento in cui servirà un consulto urgente sui pazienti affetti dalle patologie in questione, i medici del Pronto Soccorso di Colleferro potranno collegarsi in diretta con gli esperti del Policlinico di Tor Vergata e, in seconda battuta, del “San Giovanni”. I Pronto Soccorso di Tivoli, Subiaco e Palestrina fanno invece riferimento al Policlinico “Umberto I”; quello di Monterotondo al “Sant’Andrea”.

Pronto Soccorso, Dea di I e di II livello qual è la differenza e dove sono?

Gli ospedali sono organizzati a livello regionali in tre fasce: sede di Pronto Soccorso, DEA di I livello e DEA di II livello. Il livello della struttura dipende da alcuni servizi che vi si offrono. Nel nostro territorio, rientrano tra gli ospedali sede di Pronto Soccorso la maggior parte delle strutture, tra cui Colleferro e Palestrina. Essi, come spiega il Ministero della Salute, svolgono:

  • attività di accettazione per i casi elettivi e programmati;
  • attività di accettazione per i casi che si presentano spontaneamente e non rivestono carattere di emergenza- urgenza;
  • attività di accettazione di soggetti in condizioni di urgenza differibile;
  • attività di accettazione di soggetti in condizioni di urgenza indifferibile;
  • attività di accettazione di soggetti in condizioni di emergenza.

Presso tali servizi – spiega il Ministero della Salute – sono assicurati gli accertamenti diagnostici e gli eventuali interventi necessari per la soluzione del problema clinico presentato. Nei casi più complessi sono garantiti gli interventi necessari alla stabilizzazione del paziente e l’eventuale trasporto ad un ospedale in grado di fornire prestazioni specializzate, sotto il coordinamento della Centrale operativa“.

Ci sono poi i DEA (Dipartimenti di Emergenza Urgenza e Accettazione) di I livello che garantiscono anche “funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione e, contemporaneamente, interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con Unità di Terapia Intensiva Cardiologia“. Tra questi rientrano gli Ospedali di Tivoli, Velletri e, ancora formalmente il Policlinico di Tor Vergata (da attivare come DEA di II livello).

Infine ci sono i DEA di II livello, ai quali i Pronto Soccorso sono stati collegati con la telemedicina, che oltre alle funzioni delle altre strutture garantiscono anche “funzioni di più alta qualificazione legate all’emergenza, tra cui la cardiochirurgia, la neurochirurgia, la terapia intensiva neonatale, la chirurgia vascolare, la chirurgia toracica, secondo le indicazioni stabilite dalla programmazione regionale“. Nel Lazio sono: il “San Giovanni Addolorata”, Il Policlinico “Umberto I”, il “San Camillo-Forlanini”, il “Gemelli”, il “Santa Maria Goretti”.

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