La spesa, i corrieri, le file, le mascherine… cosa c’è “là fuori”

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La primavera sta esplodendo mentre bisogna stare chiusi in casa. Cambiano le abitudini e gli acquisti, con incoerenze e curiosità

Stamattina davanti alla farmacia comunale di Artena c’era una fila lunga quanto mezzo parcheggio. In fila, oltre un metro di distanza l’uno dall’altro, i clienti attendevano il loro turno per acquistare il necessario. Qualcuno cercava una mascherina ma dopo aver atteso un po’, crogiolandosi al sole, ci ha rinunciato, tornandosene a casa.

Le mascherine sono il tratto distintivo del momento. C’è chi le porta all’ultima moda, chi ha quella col filtro, chi la mascherina in cotone (che serve a ben poco) e chi ne mette una sopra all’altra. Non si sa mai. Quella meno ambita è la “swiffer”, cioè il panno che si tiene dalle orecchie, che fa un po’ stile “Dumbo”. Come per i vestiti, c’è chi la porta un po’ lenta, chi impeccabile che copre il naso e chi puntualmente sotto il naso… come i pantaloni lenti che andavano qualche tempo fa.

Oggi prevale l’homo homini lupus e avere una mascherina è il lasciapassare per entrare nei negozi. In alcuni esercizi i controlli sono più severi, con il personale della sicurezza fuori, mentre in altri si è più accomodanti. Dove i controlli sono più stringenti, chi non ce l’ha viene lasciato fuori, anche se poi magari può capitare di vedere qualche gestore e cliente portarla sotto il naso o toccarla impropriamente con i guanti, invalidandone l’utilizzo.

Comunque la si usi, la mascherina oggi è come la croce del 1300: anche se portata male dà forza e sicurezza. Forse ci si vuole convincere che “la bestia”, come la chiamano gli americani, è “là fuori” e la mascherina basta. Ma ciò allontana dalla mente l’idea che i contagi tendono a svilupparsi di famiglia in famiglia piuttosto che di negozio in negozio: tenerlo a mente permette di allontanare la tentazione di qualche cena “clandestina” in famiglia.

I controlli e le file più estenuanti sono quelle che si fanno in banca e alla posta. Con la smania che è prevalsa di disinfettare tutto, invece di lavarsi frequentemente le mani, pare che ci sia chi ha pensato di portarsi l’alcol per disinfettare il tastierino del postamat. Non è un caso che su quello di Artena è comparso un avviso che ricorda di non disinfettarlo con l’alcol, perché potrebbe scattare il meccanismo di sicurezza che macchia le banconote.

La passeggiata mattutina è un’abitudine che è rimasta per chi va a comprare il giornale. E chi non ha un giornale va in edicola per stampare i moduli dell’autocertificazione. Ma è la spesa la vera occasione per un’ora d’aria, a volte due. Stamattina davanti ai supermercati quasi non c’era fila, forse perché la settimana scorsa si è fatto rifornimento. I prodotti più acquistati sono la farina e il lievito (che è diventato quasi introvabile): in alcuni supermercati la farina non viene proprio più consegnata e il lievito è prenotato. La candeggina è contingentata e a qualcuno è capitato di vedere un carrello pieno di confezioni di candeggina rimandato indietro. Carta igienica, scottex e simili sono sempre ambiti.

D’altra parte, come nella canzone di Niccolò Fabi, ogni acquisto ha il suo luogo giusto. E se i supermercati sono spesso il luogo delle lunghe file, i negozietti sono quelli più alla mano e paradossalmente i più forniti. Negli alimentari, nei forni e magari in qualche macelleria la farina si trova e il lievito anche. Le file non ci sono ed è possibile prenotare le cose da passare a prendere.

C’è anche chi a uscire non ci pensa per niente e ordina le cose online. È questo il mondo dominato dai corrieri, che fanno il bello e il cattivo tempo. Come al solito il centro storico di Artena soffre di più perché le consegne possono saltare. Malgrado l’obbligo di stare a casa, c’è sempre il corriere che dice di non aver trovato il destinatario, magari per non scendere dal furgone e andarlo a cercare a piedi. La strategia questa volta è un’altra: segnarsi i numeri telefonici dei corrieri e chiamarli di persona stabilendo l’appuntamento per la consegna della merce. In questo caso guanti e mascherine sono quasi un miraggio.

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