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Il segretario dello Snami di Roma: “Ogni giorno assistiamo ad attacchi mediatici a reti unificate contro i Medici di Medicina Generale, colpevoli di tutto, anche di essere morti”
di Giuseppe Lanna, segretario provinciale SNAMI Roma
La previsione durante le feste: i pronto soccorso saranno presi d’assalto per colpa dei medici di medicina generale che hanno chiuso gli studi. Ogni giorno assistiamo ad attacchi mediatici a reti unificate contro i Medici di Medicina Generale, colpevoli di tutto, anche di essere morti.
Si dice che non ha funzionato e non funziona l’ assistenza territoriale, confondendo, volutamente, questa con la Medicina Generale. La medicina generale è una parte dell’assistenza territoriale o primaria che dir si voglia; confondere le 2 cose, facendole credere un tutt’uno fa comodo ai dirigenti ed agli amministratori che, in questi anni, hanno dato la linea politica dell’ organizzazione della Sanità Regionale.
Se analizziamo la realtà ci rendiamo conto che questa è ben diversa da come ci viene rappresentata. Il sistema Cure Primarie non è stato mai realizzato per intero. Ci sono nel Lazio 400 posti di Continuità assistenziale non assegnati; nella centrale di ascolto dell’ ARES 118 lavorano da 30 anni solo medici precari; l’emergenza territoriale non ha un solo medico convenzionato, come dovrebbe essere per legge, ma è stata appaltata ai privati.
Oggi si scopre che mancano i Medici di Medicina Generale, dopo che, volutamente, per 10 anni sono state ignorate le Nostre richieste di aumentare le borse di studio per la medicina generale, in previsione dei medici che sarebbero andati in pensione per motivi anagrafici.
Non è vero che il sistema medicina generale non ha funzionato, perché nel Lazio sono stati curati a casa dai Medici di Medicina Generale migliaia di pazienti Covid; ed inoltre tutta l’attività certificativa è stata scaricata sui MMG, perché i SISP erano e sono al collasso.
Per la medicina generale nella Regione Lazio gli accordi firmati, a cifre di 20 anni fa, sono molto spesso disattesi dalla parte pubblica, vedasi indennità di trasformazione delle UCP da sedi multiple a sede unica, indennità collaboratore di studio, possibilità di fare i tamponi ed i vaccini in sedi messe a disposizione dalle ASL.
Per la medicina generale sono stati fatti negli anni accordi per raggiungere obiettivi di riduzione di accessi in pronto soccorso o presa in carico, senza possibilità di avere un buon esito, perché non è stato mai creato un coordinamento ed un’integrazione con gli altri settori dell’ assistenza primaria e perché mancano le strutture intermedie di diagnostica che operino in h 24. Questa è una precipua responsabilità dei dirigenti e dei politici e non può essere addossata ai MMG che hanno attualmente altri compiti. Se dobbiamo provvedere anche a questa organizzazione ce lo dicessero, ci organizzeremo.
Per cui essendo in dirittura d’arrivo la firma del rinnovo dell’ACN, in cui ci stanno proponendo un accordo che prevede un’ organizzazione verticistica per la gestione delle controversie (in cui saremmo giudicati non più da un ente terzo, Collegio Arbitrale, ma dagli stessi Dirigenti con cui stiamo in contrasto) ed una riduzione della rappresentanza sindacale che sarà legata alla quota versata (al di sotto di una certa quota di associazione il Sindacato non è più rappresentativo), anticipo sin d’ora le trasmissioni e le inchieste ad orologeria, del periodo delle feste e subito dopo, perché fanno parte di un sistema di potere messo in campo dalle Regioni e dai grandi gruppi che si occupano di Sanità e sono una piccola parte della valanga che sta per travolgere la medicina generale. Infine, vi invito a riflettere su 3 quesiti:
- se, come dicono, non facciamo nulla e non serviamo a niente come mai bastano 2 giorni di festa per far saltare il sistema?
- Se a fare il MMG si guadagnano un sacco di soldi e si lavora 3 ore al giorno come mai ci sono posti vacanti e nessuno vuole andarci?
- Come mai giovani colleghi massimalisti dopo 4 mesi lasciano la convenzione e vanno a fare la specializzazione in altre discipline?
Giuseppe Lanna, segretario provinciale SNAMI Roma