Rientro a scuola dopo la quarantena: con o senza tampone e certificato?

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Tra questioni burocratiche, sanitarie e di responsabilità: come avviene il rientro a scuola dello studente dopo la quarantena?

C’è una domanda che sta assillando i genitori in questi giorni: come avverrà il rientro a scuola dopo la quarantena? Gli studenti potranno tornare a scuola automaticamente oppure avranno bisogno di un certificato e del risultato di un tampone? Il problema è sentito in tutta Italia e si sta proponendo anche sul nostro territorio, ora che diverse classi poste in quarantena stanno per tornare a scuola. Sembra trattarsi di una questione di interpretazione della circolare del Ministero della Salute del 12 ottobre 2020 nonché, nel Lazio, della circolare regionale del 14 settembre 2020.

Alcune scuole fanno firmare ai genitori una dichiarazione in cui si afferma che lo studente non ha avuto sintomi. In altri casi si chiede un certificato medico del pediatra o del medico curante. La gestione della quarantena o dell’isolamento domiciliare è però questione diversa rispetto al rientro a scuola. La prima segue le indicazioni del Ministero della Salute, la seconda le disposizioni delle autorità competenti in materia di scuola. Partiamo allora dalla quarantena e dalla necessità, vera o presunta, di fare i tamponi a tutti.

Le risposte del Ministero della Salute sui tamponi agli studenti

I chiarimenti del Ministero della Salute (leggili cliccando qui) dicono chiaramente che “i contatti stretti individuati dal Dipartimento di Prevenzione con le consuete attività di contact tracing saranno posti in quarantena per 14 giorni dalla data dell’ultimo contatto con il caso confermato oppure in quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con effettuazione al decimo giorno di test antigenico o molecolare. Il Dipartimento di Prevenzione deciderà la strategia più adatta circa eventuali screening al personale scolastico e agli alunni”.

Insomma, se lo studente non ha sintomi allora al 14° giorno è libero anche senza tampone. Il tampone non è necessario perché durante la quarantena sarà la Asl a decidere se farlo fare, magari su segnalazione del medico curante. E infatti sia la Asl Roma 5 sia la Asl Roma 6 sembra che non stiano più facendo tamponi generalizzati agli studenti in quarantena. Se poi ci si vuole togliere il dubbio, bisognerà pagare uno dei laboratori privati autorizzati.

Il caso dei sintomatici e dei positivi

Se ha avuto sintomi che fanno pensare al covid come si procede? La teoria (del Ministero) dice che “il Pediatra di libera di scelta o il Medico di medicina generale richiede tempestivamente il test diagnostico e lo comunica al Dipartimento di Prevenzione, che provvede all’esecuzione del test diagnostico [il tampone ndr]. Il Dipartimento di Prevenzione si attiva anche per l’approfondimento dell’indagine epidemiologica e le procedure conseguenti”. Quindi “se il test diagnostico è negativo in un alunno sospetto per infezione da SARS-CoV-2, il pediatra o il medico curante valuterà il percorso clinico/diagnostico più appropriato (eventuale ripetizione del test) e comunque l’opportunità dell’ingresso a scuola”.

E se è risultato positivo? “Per il rientro a scuola bisognerà attendere la guarigione clinica (cioè la totale assenza di sintomi). La conferma di avvenuta guarigione prevede l’effettuazione di un test molecolare dopo assenza di sintomi per almeno 3 giorni. Se il test risulterà negativo la persona potrà definirsi guarita, altrimenti proseguirà l’isolamento”.

Le disposizioni sui certificati e le dichiarazioni per il rientro a scuola dopo la quarantena

Detto questo, si arriva nella fase del rientro a scuola e subentrano le disposizioni attinenti la scuola. Il problema di fondo però è: chi assicura che durante la quarantena lo studente che non ha fatto il tampone non ha avuto sintomi compatibili con il Covid o che è rimasto a casa per altri motivi? A seconda dei casi la scuola chiede una dichiarazione del medico curante, del pediatra o della stessa famiglia in cui si attesta che lo studente è rimasto a casa per osservare la quarantena. In alcuni casi si chiede di dichiarare anche che lo studente durante la quarantena non ha avuto sintomi.

La circolare della Regione Lazio

In ogni caso una disposizione della Regione Lazio del 14 settembre 2020 (si può consultare cliccando qui) stabilisce il da farsi. In caso di assenza per malattia superiore a 3 giorni è necessario il certificato medico che attesti l’assenza di malattie infettive o diffusive e l’idoneità al reinserimento dell’ambiente scolastico. Per assenze superiori a 5 giorni serve comunque il certificato medico ma a questo punto però, per le “patologie sospette Covid-19”, il documento fa riferimento al percorso diagnostico e terapeutico di prevenzione elaborato in documenti nazionali e regionali. Si aggiunge che in caso di accertata positività al sars-cov-2 sarà necessario il certificato medico ma nulla si dice in tema di quarantena preventiva.

È qui che si apre la porta alle decisioni dei singoli istituti e lo scenario prevede diverse prassi. In caso di quarantena: c’è chi vuole comunque un certificato medico in base alla legge regionale 7/2018; chi richiede un’attestazione; chi una dichiarazione della famiglia sull’assenza dei sintomi durante la quarantena in attesa del certificato medico.

La sintesi

Insomma, sia nel caso dello studente sintomatico, sia nel caso dello studente positivo, saranno la Asl e il medico curante, tramite l’esito dei tamponi molecolari e la valutazione dell’opportunità dell’ingresso a scuola, a certificare che il positivo è “guarito” e potrà ricominciare la didattica in presenza. In caso di assenza per quarantena preventiva la situazione varia da scuola a scuola. Vista l’autonomia scolastica, dipende dall’Istituto.

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