Valle del Sacco: in SENTIERI la novità della sezione infantile. Ma manca ancora una sintesi organica

Mandalo ai tuoi amici


Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)


 

Il V Rapporto Sentieri appena pubblicato prende in considerazione dati che vanno dal 2006 al 2013. Il DEP della Regione Lazio ha dati più aggiornati anche sul Registro Tumori. Manca una sintesi per individuare una tendenza

Nei giorni scorsi ha fatto notizia la pubblicazione del V Rapporto SENTIERI, acronimo di “Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento”. La pubblicazione, curata dall’Associazione italiana di epidemiologia, ha fatto notizia ed è “rimbalzata” da un sito all’altro, tornando a far parlare della situazione della popolazione della Valle del Sacco.

Le risultanze dello studio e la diversità della popolazione studiata

Ma cosa dice nel dettaglio lo studio? Rispetto al passato non molto, anzi il raffronto con i passati studi sul SIN Valle del Sacco può essere fuorviante. Infatti il SENTIERI appena pubblicato prende in esame dati risalenti al periodo 2006-2013 che però riguardano una popolazione diversa da quella del precedente studio sul Sito d’Interesse Nazionale Valle del Sacco.

Il V rapporto esamina un bacino di 19 Comuni (Anagni, Arce, Artena, Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Colleferro, Falvaterra, Ferentino, Frosinone, Gavignano, Morolo, Paliano, Pastena, Patrica, Pofi, Segni, Sgurgola e Supino) a fronte dei 9 del precedente studio (che erano soltanto Colleferro, Segni, Gavignano, Anagni, Ferentino, Morolo, Paliano, Sgurgola e Supino).

L’effetto della modifica della popolazione studiata, dovuta a una riperimetrazione del Sito d’Interesse Nazionale “Bacino del Fiume Sacco”, come si legge nello studio, “ha comportato una diluizione di alcuni eccessi ancora riscontrabili tra i residenti nei comuni del perimetro originario. Soprattutto si diluisce l’eccesso importante di mortalità per malattie dell’apparato circolatorio e di ricoveri ospedalieri per malattie dell’apparato respiratorio, con queste ultime che risultano, tra gli uomini, addirittura in difetto rispetto al riferimento“. Inoltre lo stesso V Rapporto SENTIERI non ha avuto tempo di esaminare i dati del Registro Tumori del Lazio.

La mortalità tra il 2006 e il 2013 nella Valle del Sacco

Nelle rapporto si legge che per il periodo 2006-2013:

Tra gli uomini la mortalità generale è in eccesso. In entrambi i generi si segnala un eccesso per patologie dell’apparato cardiovascolare. Tra le donne si osserva un difetto della mortalità per cause tumorali, malattie dell’apparato respiratorio e malattie dell’apparato digerente. La mortalità per le patologie considerate a priori come associate alle fonti di esposizione ambientale specifica non evidenzia eccessi di rischio. Nelle donne sono presenti difetti per il tumore maligno del colon, e per le malattie respiratorie.

Le precisazioni generali su tutti i siti studiati in Italia:

Naturalmente, non tutti gli eccessi osservati nello studio sono attribuibili alla contaminazione ambientale. Le patologie citate riconoscono un’eziologia multifattoriale, all’interno della quale giocano un ruolo fattori socioeconomici, stili di vita, disponibilità e qualità dei servizi sanitari. Non è stato possibile aggiustare i dati per fattori di confondimento noti (per esempio fumo, alcol, obesità). Tuttavia, le conoscenze disponibili sul profilo tossicologico dei contaminanti presenti nei siti supportano l’ipotesi che l’esposizione ambientale abbia giocato un ruolo causale nel determinare alcuni di questi eccessi.

La novità: la sezione pediatrico-adolescenziale-giovanile

La novità invece è che in questo nuovo Rapporto è stata inserita “un’analisi del profilo di salute infantile, adolescenziale e giovanile attraverso i dati di mortalità e di ospedalizzazione” relativi al bacino del Sacco. Secondo i dati raccolti fino al 2013 il Rapporto afferma che le “malattie respiratorie acute sono in eccesso rispetto all’atteso in età pediatrica, mentre i ricoverati per asma sono in eccesso in età pediatrica e in difetto tra i giovani adulti”. Statisticamente poco indicativi sono invece i dati “per tumori del sistema linfoematopoietico” e per quelli al sistema nervoso centrale.

Prosegue sulle ospedalizzazioni dei giovani:

Il numero di ricoverati per tutte le cause naturali è in eccesso nel primo anno di vita, in linea con l’atteso in età pediatrica e pediatrico-adolescenziale, e in difetto tra i giovani adulti. Nel primo anno di vita l’eccesso di ricoverati riguarda anche le condizioni morbose di origine perinatale. I ricoverati per tumori del sistema nervoso centrale risultano in eccesso in età adolescenziale e pediatrico-adolescenziale e tra i giovani adulti. I ricoverati per tumori del sistema linfoematopoietico sono superiori all’atteso in età pediatrica e complessivamente nei ragazzi di età inferiore ai 20 anni (ma non tra i giovani adulti). A queste stime contribuiscono in particolare le leucemie, sebbene per queste ultime il numero ridotto di casi aumenta l’incertezza del le stime di rischio. Le malattie respiratorie acute sono in eccesso rispetto all’atteso in età pediatrica, mentre i ricoverati per asma sono in eccesso in età pediatrica e in difetto tra i giovani adulti.

Il problema della comunicazione

Un altra novità segnalata da SENTIERI è la necessità di adottare dei “piani di comunicazione” in tutti i Siti d’Interesse Nazionale. “C’è bisogno di adottare – scrive sentieri – in ciascun sito un piano di comunicazione che coinvolga autorità sanitarie pubbliche, popolazione residente, comunità scientifica, e che tenga conto di aspetti storici, culturali e delle modalità relazionali di ogni contesto, fattori che giocano un ruolo rilevante nella percezione del rischio”

Gli altri studi del DEP e l’assenza di una sintesi

Nella parte della “discussione” il SENTIERI tra le altre cose cita lo studio del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio sulla situazione di salute della Valle del Sacco (periodo 2013-2015). Quest’ultimo prende in esame anche il β-HCH nel sangue su un campione di poco più di seicento persone e ritenendo che il rischio di contaminazione umana di β-HCH “fosse associato al consumo di carne bovina, uova e pollame allevati nell’area contaminata”.

Ma forse per ora il rammarico più grande è la mancanza di una sintesi più recente che possa individuare una tendenza. Il Rapporto Sentieri, probabilmente per questioni di tempo (i dati esaminati non vanno oltre il 2013), non prende in considerazione i dati del Registro Tumori del Lazio che sono stati pubblicati per la prima volta nel 2016. Un altro studio che potrebbe essere utile integrare è quello sull’Identificazione di popolazioni affette da patologie e stime di occorrenza redatto dal DEP e pubblicato al dicembre 2018.

Per ora dunque ci si deve accontentare di un rapporto su dati di sei anni fa che difficilmente possono essere “incrociati” con quelli più recenti per individuare una tendenza o utilizzati per fare una sintesi della situazione. Forse il prossimo rapporto sarà più esaustivo e tempestivo, grazie anche ai dati raccolti con il progetto OpenSaluteLazio e al “Programma di valutazione epidemiologica della popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Valle del Sacco – D.M. n. 321/2016” approvato dalla Regione nel 2017. C’è da sperarlo. Intanto la bonifica dei siti inquinati sta per partire con milioni di euro da investire nella sanificazione della valle.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WhatsApp Contatta La Tribuna