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Dopo aver ottenuto un parere dall’avvocato Michetti, l’Amministrazione chiederà domani il parere del Comitato Percorso Nascita nazionale sulla base del quale la Regione ha chiuso il Punto nascita dell’ospedale di Velletri. In corso il Consiglio comunale straordinario chiesto dalle minoranze
Nessun ricorso è stato ancora presentato contro la chiusura del Punto Nascita dell’ospedale di Velletri. Da inizio luglio è nota la decisione della Regione Lazio di chiudere il reparto di ostetricia del “Paolo Colombo”. Pochi giorni dopo il sindaco di Velletri aveva annunciato che avrebbe fatto ricorso contro la decisione. Ad oggi quel ricorso non è stato presentato e si attende ancora di chiedere gli atti sulla base dei quali il servizio è stato chiuso definitivamente. Il tutto è emerso durante il Consiglio comunale che è in corso a Velletri (clicca qui per seguirlo).
L’assemblea era stata chiesta dai gruppi di minoranza con la proposta di presentare un ricorso al Tar o al Presidente della Repubblica contro la chiusura del reparto. Durante la discussione, il sindaco ha informato i Consiglieri di aver chiesto e ottenuto un parere dall’avvocato Enrico Michetti sull’opportunità di presentare ricorso. Il parere in questione, che abbiamo potuto leggere, riferisce la necessità di richiedere un determinante parere del Comitato Percorso Nascita nazionale.
Quel parere ha evidenziato che la Regione ha deciso la chiusura sulla base di quel parere che “ha rilevato l’assenza del presupposto fondamentale del disagio orografico”. Per capirci: l’ospedale di Velletri nel 2019 contava meno dei 500 parti annuali previsti dai livelli essenziali di assistenza (Lea) e per questo, in assenza del “disagio orografico” il punto nascita è stato chiuso. Così come è stato chiuso quello di Colleferro qualche anno fa, lasciando scoperto un territorio che va da Carpineto Romano a Cori a Velletri, ad Artena, che deve orientarsi verso il Nuovo Ospedale dei Castelli.
Il dibattito in corso sul Punto nascita di Velletri
Durante il dibattito la Consigliera Maria Paola De Marchis ha contestato al sindaco di “non essersi opposto al piano della Asl Roma 6”. “Togliere ostetricia all’ospedale di Velletri – ha detto De Marchis – significa togliere al dipartimento di emergenza una specialità fondamentale. Ora la delibera della Regione – ha aggiunto – va combattuta con le armi giuridiche”.
L’intervento del sindaco Pocci
Il sindaco Orlando Pocci ha ricordato che nel 2019 si sono avuti due diversi dati sul numero di nascite registrate a Velletri: prima 372, poi 421. Su quei dati il Ministero ha dato un parere negativo “mentre a Civitavecchia – ha detto Pocci – è stata concessa una deroga e ad Anzio il punto nascita riapre”. “Sull’ospedale – ha detto Pocci – la Regione ha assegnato 27 milioni di euro per l’ospedale di Velletri che, come sappiamo tutti, è obsoleto. Credo che l’ospedale – ha aggiunto – di Velletri abbia bisogno di una ristrutturazione totale”.
Quindi il punto che riguarda il parere legale: “Dopo quella delibera – ha detto Pocci – abbiamo dato mandato all’avvocato Michetti di esprimere un parere sull’eventualità di fare ricorso e chiedere un riesame della pratica. Quanto all’ospedale di Velletri, dobbiamo fare di tutto per farlo rimanere DEA di 1° livello ed è quello che ci stiamo adoperando di fare e credo che nel tempo l’ospedale avrà il giusto riconoscimento del merita”.
“Domani chiederò l’accesso agli atti”
Prima che il Consiglio venisse sospeso per dieci minuti è stata poi l’avvocato del Comune, la dottoressa Lorella Karbon, ad affermare che “il riesame del parere” del Comitato Percorso Nascita nazionale “è fondamentale”. “Domani chiederò l’accesso agli atti e, dopo averlo studiato, l’Amministrazione deciderà. Non propongo ricorsi senza conoscere i documenti” ha detto l’avvocato, assicurando comunque di essere nei tempi per presentare il ricorso.
Comandini: “Il sindaco sta affrontando la questione con leggerezza”
Dopo la sospensione per la lettura del parere, è stato il Consigliere Faliero Comandini ad attaccare il sindaco per quella che ha definito “assoluta leggerezza con cui il sindaco sta affrontando la questione dell’ospedale già da tempo”. “Il parere andava chiesto il giorno dopo la chiusura decisa dalla Regione – ha aggiunto Comandini – e non è possibile che oggi, dopo due mesi, va fatto ancora l’accesso agli atti”.
Sergio Andreozzi, che ha firmato la richiesta delle minoranze, da parte sua ha invitato il sindaco a spingere la Asl a “dire qual è il progetto finale per Velletri e gli altri ospedali dell’azienda Roma 6”. Carlo Quaglia, parlando della situazione sanitaria del Lazio, ha ritenuto di “poter far poco”, pur sposando la linea del ricorso. “Per l’ospedale di Velletri dobbiamo premere soltanto per far sì che l’intervento da 27 milioni di euro vada in porto”, aggiungendo che “la vedo dura mantenere il Dea di Primo livello”.
Ladaga: “Va fatta chiarezza sui numeri dei parti”
“Non partecipo a riunioni che possono generare false speranze” ha esordito Salvatore Ladaga. “Oggi il problema è che non ci fanno capire cosa succede” ha aggiunto il Consigliere comunale, ritenendo che “i problemi della sanità vanno risolti in un’ottica di territorio”. “Che l’ospedale di Velletri vivesse questo stato attuale era scritto dal primo giorno – ha proseguito – e la battaglia abbiamo provato a farla ma è cambiata la sanità. Ora viviamo una condizione che se ci lamentiamo non siamo corretti perché Roma ci sta a cinquanta minuti. Il ragionamento va fatto invece per dare servizi ai malati”. Ladaga ha infine chiesto di fare chiarezza sul numero di parti registrati a Velletri, ipotizzando che i parti fossero più di 500. “Se i parti erano più di cinquecento abbiamo i numeri per fare una battaglia, altrimenti non ci sono i presupposti” ha concluso.
Ercoli: “L’ospedale di Velletri depotenziato in favore del NOC”
“Quando il sindaco ci ha rassicurato che la chiusura dei reparti era temporanea, sicuramente lo ha fatto sulla base di rassicurazioni di Asl e Regione” ha detto la Consigliera Chiara Ercoli, che ha spezzato una lancia in favore di Pocci. “Il disegno parte da una ventina d’anni fa – ha proseguito Ercoli -, quando il Comune di Velletri ha espropriato terreni e alzato l’indice di edificabilità per il nuovo accesso al pronto soccorso ma la Asl non ha fatto il suo”. La Consigliera ha infine collegato il declino dell’ospedale di Velletri alla decisione di costruire il Nuovo Ospedale dei Castelli ad Ariccia. Alla realizzazione del NOC, ha sostenuto sostanzialmente la Ercoli, non è seguito il previsto potenziamento dell’ospedale di Velletri. “Per favorire e consentire l’apertura del NOC si è dovuto attingere ai reparti di Velletri, che è stato depotenziato” ha detto la Ercoli. “Oggi stiamo pagando le spese di tutto questo – ha detto – perché qualcuno doveva mettere l’abito della festa per inaugurare il NOC”.
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