Gentili: “Ci mettiamo la faccia, altri nascondono anche il proprio simbolo elettorale”

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Righini, Aurigemma, Maselli, Palazzi e Corrotti (Fratelli d’Italia) sul palco a Valmontone con Marco Gentili per l’ultimo appello elettorale

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Marco Gentili con Giancarlo Righini

Per l’ultimo appello al voto a sostegno di Marco Gentili sono arrivati a Valmontone due assessori regionali, due consiglieri regionali e il presidente del Consiglio del Lazio. Tutti sono saliti sul palco per tirare la volata al candidato sindaco Marco Gentili, che tra le liste ha anche quella di Fratelli d’Italia.

Tra le autorità tre degli assessori più rilevanti della Giunta regionale: Giancarlo Righini, potente assessore al Bilancio e all’Agricoltura, e Antonio Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio. E poi anche Massimiliano Maselli, assessore regionale ai servizi sociali e al Terzo Settore, e le consigliere Edy Palazzi e Laura Corrotti.

Tutti di Fratelli d’Italia gli intervenuti: un’appartenenza che Genili ha rivendicato. “Per concludere la mia campagna elettorale – ha dichiarato -, oggi ho deciso di incontrare tutti gli uomini e tutte le donne che mi sostengono nel mio quartiere da sempre, il Villaggio Rinascita, al quale sono profondamente legato”.

“Ci tenevo particolarmente a fare una festa in questo quartiere popolare – ha proseguito Marco Gentili -, nato nel 1948 con il piano Marshall, dal quale io, come tanti ragazzi, sono partito con poche risorse, ma con tanta voglia di farcela”.

“Vengo da una famiglia umile – ha aggiunto attaccato Gentili – e trovarmi sul palco con una candidatura a sindaco è il mio vero riscatto sociale, perché vuol dire che tutti possiamo farcela con passione, dedizione, serietà e impegno”.

“Noi siamo qui, ci mettiamo la faccia e mostriamo con orgoglio il nostro retaggio, a differenza di chi invece preferisce nascondere anche il proprio simbolo elettorale nel vano tentativo di distogliere l’attenzione dai fallimenti finora raccolti”, ha concluso Gentili, riferendosi verosimilmente alla liste di Bernabei, che non hanno schierato simboli di partito.

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