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L’accordo tra il Comune e un privato per demolire un immobile riapre la discussione sulle ordinanze di demolizione degli edifici abusivi, sulle perimerazioni e sul “rischio” di fare le varianti speciali
Il Consiglio comunale di Valmontone ha approvato stamattina un accordo tra Comune e privato per la demolizione di un immobile parzialmente abusivo. Il Comune aveva acquisito l’immobile in questione a patrimonio comunale e avrebbe dovuto demolirlo addebitando le spese all’ex proprietario. La delibera approvata permette invece al privato di demolire l’immobile a proprie spese grazie ad un permesso di costruire convenzionato.
La delibera è stata approvata all’unanimità dal Consiglio ma ha riaperto la discussione sulle ordinanze di demolizione sulle opere abusive, che ha fatto emergere nuovi problemi nell’attuazione delle perimetrazioni dei nuclei abusivi. Una discussione iniziata, per la cronaca, oltre quattro anni fa a seguito di un’ispezione ministeriale negli uffici giudiziari che rilevava la presenza di ritardi nell’esecuzione degli ordini di demolizione impartiti con sentenza penale irrevocabile.
A seguito di quell’ispezione, la Procura di Velletri rilevò che le sentenze da eseguire nel territorio di competenza ammontavano a 1723. Per eseguirle è arrivata a firmare nel 2015 un protocollo d’intesa con la Regione Lazio che metteva a disposizione un “fondo di rotazione” per le demolizioni. La stessa Procura delineò anche i criteri di priorità per intervenire, dando la precedenza, nell’ordine, a: immobili realizzati in aree vincolate, demaniali e di rilevante impatto ambientale; immobili che costituiscono un pericolo per l’incolumità pubblica e privata; immobili allo stato grezzo; immobili di villaggi turistici o di lottizzazioni abusive; immobili non stabilmente abitati; immobili adibiti ad attività produttive; immobili abitati, la cui titolarità è riconducibile a soggetti appartenenti a nuclei familiari che dispongano di altra soluzione abitativa.
Attiani: “Delibera di oggi è una sconfitta”
A riaprire la discussione sulle ordinanze di demolizione e sugli ordini impartiti con sentenza penale irrevocabile, è stato il Consigliere Piero Attiani, chiedendo a che punto fosse la perimetrazione dei nuclei abusivi (una procedura per il recupero urbanistico delle aree degradate dall’abusivismo) e criticando la scelta del presidente della Regione Lazio Zingaretti di siglare il protocollo d’intesa per l’abbattimento degli immobili abusivi. Attiani ha anche fatto la storia dell’immobile oggetto della delibera. Si tratta di un fabbricato soltanto parzialmente abusivo, colpito da ordinanza di demolizione, che dovrà essere demolito per intero perché la demolizione della sola parte abusiva in questo caso non sarebbe possibile.
“Il fabbricato aveva un regolare permesso di costruire ma per una parte – ha dichiarato Attiani – è stato realizzato in difformità. La proprietaria ha provato a salvare l’immobile sulla base di una legge che dice che se la demolizione parziale non è possibile senza compromettere l’intero edificio allora si può salvare. Ha presentato un progetto – ha proseguito Attiani – ma non è stato accettato. L’immobile è stato quindi acquisito dal Comune, che poteva decidere se demolire o destinarlo ad altro. Alla fine, dopo diversi incontri pubblici e proposte di legge, questo atto, che non possiamo non votare – ha concluso Attiani -, è una sconfitta. Bisognava incatenarsi come hanno fatto altri sindaci, perché il più delle volte si tratta di case realizzate per i figli, fermo restando che l’abusivismo non va incoraggiato né scusato“.
Sui nuclei abusivi l’assessore Gentili ribadisce che “le perimetrazioni non sono una sanatoria e…”
Ad Attiani ha risposto l’assessore all’Urbanistica Marco Gentili, tornando ad affermare un concetto chiaro per la giurisprudenza ma meno per i cittadini. “Sulle perimetrazioni – ha detto Gentili – bisogna smetterla di vendere fumo: non costituiscono una sanatoria e non permettono di sanare gli immobili perché non possono eludere il vincolo della doppia conformità. La legge parla chiaro: con la perimetrazione dei nuclei abusivi – ha proseguito Gentili – si può dare cubatura al fine di dotare le aree compromesse dell’urbanizzazione necessaria ma anche così l’immobile abusivo non sarebbe conforme e dunque non sarebbe sanabile, bisognerebbe quindi comunque demolirlo e ricostruirlo. È un concetto che non condivido ma questa è la legge e va rispettata“.
“…attuare le perimetrazioni potrebbe aggravare il problema sociale”
Durante l’intervento è emerso qualcosa di più rispetto al dibattito di questi due anni sulle perimetrazioni dei nuclei abusivi. Cioè la possibilità che riqualificando urbanisticamente l’area si possa aggravare il “problema sociale”, dovendo presentare ulteriori denunce per gli immobili “fantasma”. Cioè quegli immobili che non sono in regola ma non sono stati nemmeno denunciati.
“Quanto alle perimetrazioni – ha dichiarato Gentili – le abbiamo portate in Regione e teoricamente saremmo pronti a fare le varianti speciali. Ma prima di farlo va fatto uno studio sullo stato di fatto, andando a individuare, particella per particella, gli edifici abusivi e quelli fantasma. Ciò costringerebbe gli uffici a una mole di lavoro importante, essendo anche costretti a denunciare le case fantasma, quindi non so se sarebbe un bene per la città. I tecnici stanno lavorando e attendiamo gli eventi per capire come intervenire – ha detto l’assessore all’Urbanistica – perché potremmo creare un problema sociale più elevato delle 60-70 sentenze arrivate“.
“A Valmontone ci sono casi di palazzi a tre piani – ha proseguito Gentili – per i quali non so quanto si possa sostenere la tesi dell’abusivismo di necessità. A parte questi, abbiamo la fortuna che molte ordinanze riguardano pertinenze, garage, porticati e stalle e in queste situazioni inviterei la cittadinanza a non fare ricorsi e controricorsi. Quanto all’acquisizione degli immobili – ha concluso l’assessore – avevamo pensato di acquisire e trasformare gli edifici in case popolari ma è fatto divieto di riassegnare l’immobile al proprietario. Dovremmo farci caserme, uffici o centri anziani ma non so quanto sia utile per la città“.
Alberto Latini lapidario: “La verità è una: la situazione è questa e non ci sono soluzioni”
Ancor più netto di Gentili è stato Alberto Latini, che ha parlato di “fregnacce” riferendosi a un convegno che si è tenuto “in un paese vicino“. Il Primo Cittadino ha invitato tutti a non creare “illusioni“. “La verità – ha detto Latini – è una. Sul piano politico il Prg è degli anni Ottanta e noi abbiamo chiesto un contributo alla Regione per rifarlo e lo rifaremo entro questa consiliatura. Ma se qualcuno pensa che possiamo farlo per tutta la città, è fantasia perché vanno seguiti gli indici prestabiliti che ci dà la Regione. Dal punto di vista politico è cambiata la magistratura e le forze politiche e dopo tre condoni nessun Governo ha intenzione di fare un nuovo condono edilizio“.
“Negli uffici abbiamo ancora i cadaveri di pratiche inevase del condono del 1986 – ha aggiunto Latini – e se mandi a chiedere ai cittadini di pagare non si presentano. Se qualcuno pensa che l’amministrazione comunale può legiferare, è fantapolitica. La Procura di Velletri ha rispettato la legge ed ha chiamato i dirigenti di tutti i Comuni. La situazione è questa e non ci sono soluzioni. Volevo provare a riassegnare una casa al proprietario ma mi hanno detto che è illegittimo perché lo Stato vuole dimostrare che si è riappropriato del bene abusivo“.
Dopo tre anni dall’arrivo degli ordini di demolizione, diversi convegni, proposte di legge e discussioni a livello parlamentare e regionale la sintesi è chiara. Valmontone, come Artena e molti altri Comuni del Lazio, della Campania e della Sicilia, si stanno scontrando con la legge. Il risultato è che i “nodi” creati da anni di indulgenza verso l’abusivismo continuano a venire al pettine.