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Oltre mille persone a Valmontone per il funerale di Alisia Mastrodonato. Le amiche: “Ti abbracciamo forte fatina nostra”
Una cerimonia dolorosa ha dato l’ultimo saluto ad Alisia Mastrodonato. A Valmontone, all’interno e fuori la Collegiata, c’erano oltre mille persone per dare l’addio alla diciannovenne di Valmontone. In chiesa le amiche della ragazza ne hanno ricordato il grande sorriso, la personalità solare e il forte abbraccio. L’ultimo saluto è stato sulle note di “Tu sei lei” di Ligabue.
A seguire il funerale c’erano i genitori, i parenti, gli amici e i compagni di cavalcate. “Ancora non ci possiamo credere, l’altra sera ci siamo lasciate con una battuta e la tua fantastica risata” hanno ricordato. Per poi aggiungere rivolte ad Alisia: “Staremo male ma sarai sempre nei nostri cuori”. “Un’amica come te è per sempre – ha ricordato un’altra ragazza – e se potessi rinunciare a un giorno per riabbracciarti, lo farei. Sei il mio sole e io la tua luna”.
Le parole di Don Carlo
Nella sua omelia il parroco Don Carlo Fatuzzo ha parlato di “una morte ingiusta, assurda e prematura di un innocente”, paragonandola a quella di Cristo, visto che siamo in Settimana Santa. “Anche davanti alla tragedia della morte di Alisia – ha proseguito -, non possiamo correre il rischio di sprecare l’ennesimo campanello di allarme su ciò che non funziona nell’impostazione della nostra esistenza”.
Il sacerdote ha anche espresso parole dure, sottolineando di non voler accusare nessuno, rivolgendosi a tutti. “Alisia è vittima di un tragico incidente stradale – ha detto Don Carlo -, ma ci invita a una riflessione più generale, che valica il suo caso specifico. Imprudenze alla guida di auto e moto vengono commesse spesso, molto spesso, praticamente da tutti, e non è esagerato affermare che forse tutti noi siamo dei miracolati, se finora, nonostante quelle imprudenze sulle quali nessuno può dire di essere esente da colpa, siamo sempre rientrati a casa sani e salvi, solo perché non era arrivata la nostra ora”.
Don Carlo ha messo in luce l’importanza “dell’unica vita che abbiamo” e ha concluso con le parole di Caparezza: “Dio ci vuole felici di poter godere pienamente la gioia della vita su questa terra, e per questo ci ricorda soltanto, con delicatezza e discrezione, che è necessario proteggere la nostra vita con la maggiore attenzione e premura possibile, per poter apprezzare il valore, come cantava Caparezza, «di tutti i momenti, tristi e divertenti, e non di momenti tristemente divertenti»”.