Velletri – L’audizione: “Tac 16 slices salto di qualità”. Ma a Colleferro è da 128

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Lunedì il Commissario della Asl Roma 6 è intervenuto nell’audizione in Commissione regionale Sanità. Per l’adeguamento sismico dell’Ospedale di Velletri ci sono cinque offerte

ospedale velletri

Sull’ospedale di Velletri un altro confronto serrato si è tenuto in Regione. E, dettaglio nel confronto, c’è stata una schermaglia sulla Tac acquistata dalla Asl Roma 6 nel 2019. Quella Tac è da 16 slices. Ciò significa che ogni volta che fa una “scansione” di un paziente, ne escono 16 fotografie diverse (“slice” in inglese significa “fetta”).

C’è chi la giudica “obsoleta”, come Giancarlo Righini. E chi, come il commissario Mostarda, la definisce “moderna” perché “ha fatto fare un salto di qualità gigantesco” visto che la precedente “aveva vent’anni”. Per fare un confronto, proprio di recente la vicina Asl di Tivoli (la Roma 5) ha cambiato le Tac degli ospedali di Colleferro, Tivoli e Subiaco, comprando strumentazioni a 128 slices. E l’ospedale di Colleferro non è un Dea di Primo Livello com’è quello di Velletri.

Anche questo c’è nell’audizione sull’ospedale di Velletri che si è tenuta lunedì mattina nella Commissione Sanità del Consiglio regionale del Lazio. La riunione era stata chiesta dal Consigliere Giancarlo Righini ed è stata convocata dal presidente Rodolfo Lena. Entrambi i Consiglieri, uno di Fratelli d’Italia e l’altro del PD, sono “sulla breccia” per la difesa degli ospedali delle città da cui provengono: Velletri e Palestrina.

Le richieste di Righini: dalle spiegazioni sul depotenziamento dell’ospedale alla Tac

Sull’ospedale di Velletri, durante l’audizione, l’esponente di Fratelli d’Italia è tornato a chiedere spiegazioni. Le domande hanno riguardato tre temi. Il primo: l’impiego dei 27 milioni di euro stanziati dalla Regione per l’adeguamento sismico della struttura. Il secondo: l’adeguamento del Pronto soccorso. Il terzo: il trasferimento delle Unità Operative Complesse di Chirurgia Vascolare e di Urologia all’Ospedale dei Castelli.

“Il ridimensionamento dell’ospedale – ha dichiarato in quella sede Righini – sta creando una grave pregiudizio ai cittadini della Asl Roma 6, della Asl Roma 5 e della Asl di Latina che trovano nella struttura sanitaria di Velletri un punto di riferimento”.

“Il depotenziamento – aveva aggiunto il veliterno – porta a numeri risibili di prestazioni e ciò, prima o poi, determinerà una situazione di antieconomicità costruita a tavolino. Oggi si sta facendo peggio del decreto 80 della Polverini, che contestai in piazza insieme al sindaco Fausto Servadio e che prevedeva solo un taglio lineare dei posti letto”.

Il Consigliere regionale, segnalando per l’ennesima volta “l’odiosa pratica” del trasferimento dei reparti, aveva poi segnalato “l’inadeguatezza della strumentazione diagnostica della Tac di Velletri, che è obsoleta e non è in grado di offrire un servizio efficiente, anche se nell’ultimo atto aziendale è previsto per l’ospedale di Velletri un polo di eccellenza di chirurgia”.

L’intervento di Mostarda: “Tac moderna ha fatto fare un salto di qualità gigantesco. Prevista una seconda Tac”

A tutto ciò ha risposto il commissario della Asl Roma 6 Narciso Mostarda. “La Tac acquistata nel 2019 non è obsoleta ma moderna – ha detto il commissario -, ha 16 strati, è molto performante e ha fatto fare un salto di qualità gigantesco ai professionisti del pronto soccorso perché in precedenza avevamo una Tac che aveva quasi vent’anni d’età, quindi non può essere considerata obsoleta una Tac del 2019. Tra le altre cose, abbiamo previsto anche una seconda Tac all’ospedale di Velletri”. Ma ciò è inserito nella progettazione dell’adeguamento sismico, funzionale e tecnologico della struttura.

“In 18 mesi investiti 900 mila euro”

Il commissario ha poi dichiarato che la Asl “negli ultimi 18 mesi ha investito 900 mila euro sull’ospedale”, trasformando l’ex fisioterapia in “un’area modernissima per il pre-triage” covid e l’ex ortopedia in un’area dedicata alla medicina d’urgenza. “Siamo inoltre pronti ad inaugurare il nuovo centro prelievi” ha aggiunto Mostarda.

“Questi interventi – ha detto il commissario – li stiamo facendo per aumentare la capacità dell’ospedale di rispondere in termini di sicurezza e adeguatezza, oltre che per la dotazione necessaria all’erogazione di cure e azioni diagnostiche, di screening e di prevenzione”.

“Abbiamo pensato a un ospedale completamente nuovo”

Quanto ai 27 milioni di euro per l’adeguamento sismico dell’ospedale, sono arrivate cinque offerte per la progettazione dell’intervento. La Asl “sta per costituire la commissione che valuterà la migliore proposta”. Poi ci sarà la fase della progettazione e quindi la gara per i lavori.

“Abbiamo pensato a un ospedale completamente nuovo – ha detto Mostarda – quindi abbiamo realizzato per ora quegli interventi che non potevano attendere”. Il nuovo ospedale, secondo le dichiarazioni del commissario della Asl, “avrà solo stanze a due letti con i servizi in camera”.

“Depotenziamento? Continuiamo a garantire le procedure necessarie”

Quanto al depotenziamento denunciato da Righini, Mostarda ha elencato i numeri. “L’ospedale ad oggi ha ancora 420 operatori. Con la determina regionale del 18 giungo 2021, che ha sancito il riordino della rete ospedaliera della Regione Lazio, l’ospedale di Velletri, che rimane Dea di primo Livello – ha dichiarato il capo della Asl dei Castelli -, continua ad avere gli stessi posti letto che aveva: 153. Non è stata fatta nessuna censura e nessuna riduzione dei posti letto. Quando sentiamo parlare di depauperamento, vogliamo dire che abbiamo garantito e garantiamo le procedure necessarie per quel presidio ospedaliero”.

La vicenda dell’Unità operativa di Chirurgia vascolare e dell’Urologia. Al Noc interventi di più alta complessità

“I numeri ci dicono che da quando l’Unità operativa di Chirurgia vascolare è stata trasferita al Nuovo Ospedale dei Castelli – ha proseguito Mostarda – abbiamo lasciato all’ospedale di Velletri professionisti, sia medici sia infermieri che tecnici, e abbiamo fatto 25 procedure a più alta complessità presso l’Ospedale dei Castelli e ben 11 procedure di chirurgia vascolare a Velletri. Questo perché il disegno che abbiamo previsto è di garantire il day surgery, e comunque l’urgenza a disposizione del pronto soccorso, tramite i professionisti della Uoc di chirurgia vascolare che sono rimasti a Velletri, così come quelli dell’Urologia”.

“I professionisti,, sia della Vascolare che dell’Urologa, – ha detto Mostarda – hanno condiviso un progetto che li vede alcune volte insieme ai colleghi che si sono trasferiti al NOC per gli interventi maggiori. Altre volte i professionisti dell’ospedale dei Castelli si trasferiscono all’ospedale di Velletri per gli interventi di minore o media complessità che possono essere eseguiti a Velletri. Velletri garantisce emergenza e urgenza Vascolare e Urologica ma sugli interventi che devono essere programmati in elezione ad elevata complessità – ha affermato il dirigente – abbiamo bisogno di un ospedale ad elevata complessità e questo è l’ospedale dei Castelli”.

“Ostetriche, infermieri e tecnici presenti h24”

Quanto alla chiusura del Punto nascita, Mostarda ha di nuovo ricordato la mancata concessione della revoca da parte del Ministero. Una deroga che era stata concessa per i precedenti tre anni. “Da settembre 2021, comunque – ha affermato -, garantiamo la presenza h24 delle ostetriche e di tutto il personale del reparto di Ostetricia e Ginecologia, infermieri e medici che tornano in h24 per garantire, eventualmente fosse necessario, una urgenza ostetrica”.

L’intervento della segreteria di D’Amato: “Ci teniamo a che i tempi siano più rapidi possibile”

Da parte della segreteria dell’Assessore alla Sanità regionale D’Amato, si è sottolineato che anche la Regione vuole che i tempi per la realizzazione del progetto sull’ospedale di Velletri “siano i più rapidi possibile” perché “ci teniamo che questo intervento sia celermente messo in cantiere”. Successivamente è intervenuta la Consigliera Marietta Tidei che ha sollecitato un ulteriore incontro tra la Regione e i rappresentanti della politica del territorio.

La replica di Righini: “Spacciare per reparto un ambulatorio è offensivo dell’intelligenza dei più”

Il Consigliere regionale di Velletri ha replicato duramente. “Sentire le risposte che ho ascoltato – ha dichiarato – significa non avere la percezione di cosa si parli”. Secondo il Consigliere, l’intervento di adeguamento sismico è dovuto “alla necessità di adempiere a una norma” dopo una relazione di alcuni ingegneri strutturisti e ciò “si sta facendo con grande ritardo”.

“Spacciare per reparto, cioè un’Unità Operativa, un ambulatorio – ha proseguito Righini – è offensivo anche delle intelligenze dei più. Per stessa ammissione del commissario Mostarda, le Unità Operative di Chirurgia Vascolare e Urologia sono state trasferite presso il NOC. A Velletri sono stati lasciati gli ambulatori, che svolgono funzioni di assistenza ma soprattutto per curare, nella stragrande maggioranza dei casi, il trasferimento all’ospedale dei Castelli: la vera scelta è questa”.

“Vedo un progetto scientifico di smantellamento dell’ospedale”

“Dovete avere il coraggio di dire ai cittadini – ha proseguito Righini – che Velletri perderà la sua connotazione di ospedale importante di riferimento del territorio. Già oggi, se si volesse procedere a una classificazione vera dell’ospedale ‘Paolo Colombo’, il Dea di Primo Livello, in realtà, con tutta la perdita di Unità Operative che è stata perpetrata, avrebbe perso la sua connotazione originaria”.

“Quanto al punto nascita – ha affermato l’esponente di Fratelli d’Itali – non voglio fare una battaglia di campanilismo che credo non giovi a nessuno ma mi si dovrà spiegare perché per altri ospedali la deroga è stata concessa nonostante i dati siano anche di gran lunga inferiore alle 470 nascite dell’ospedale di Velletri. In tutto ciò – ha proseguito – vedo un progetto scientifico di smantellamento di un ospedale che rappresenta la storia della sanità in questa regione. Quanto all’intervento di adeguamento, temo che quando sarà realizzato avrà perso di significato dopo tutto ciò che è stato portato via da Velletri”.

“La Tac? Un macchinario come quello ce l’ha solo Velletri”

E per a Tac? “Perché a Frascati ne è stata acquistata una nettamente superiore per caratteristiche a quella di Velletri? L’acquisto sarà del 2019 – ha commentato Righini – ma il macchinario che ci hanno fornito, a 16 strati, ce l’ha solo Velletri. Su queste cose, a rischio di diventare antipatico, sono qui per difendere un territorio e rappresentare le istanze dei cittadini”.

L’attacco al sindaco Orlando Pocci

“Se fossi stato il sindaco Orlando Pocci – ha concluso Righini -, sarei stato qui per far sentire la mia voce invece di votare a favore gli atti aziendali. Tutto quello che sta accadendo credo dimostri in maniera inequivocabile che si sta chiudendo il rubinetto dell’ossigeno a questo ospedale per farlo morire di asfissia. Ma non sta scritto da nessuna parte – ha concluso – che bisogna accettare supinamente qualcosa di illogico, pur nella condivisibile operazione di razionalizzazione della sanità per contenere i costi”.

La “spalla” offerta da Rodolfo Lena

Dal presidente della Commissione, Rodolfo Lena, è arrivato un moderato ma velato intervento di sostegno alla battaglia sull’ospedale di Velletri. “Ringrazio il Consigliere Righini per aver sollevato il tema di Velletri – ha detto il Consigliere del Pd –, che riguarda un po’ tutte le province della nostra regione, sul quale i colleghi sono assolutamente interessati non solo perchè rappresentiamo il territorio provinciale ma anche perché non garantire un adeguato sistema sanitario nelle province andrebbe, con il tempo, a ingolfare anche la città di Roma. Quindi un’omogeneità di servizi in tutto il Lazio – ha concluso il presidente della commissione Sanità – garantisce anche la qualità di cure a tutti i cittadini”.

La situazione di Palestrina su cui Lena è all’opera

L’intervento di Lena va inquadrato in ambito territoriale. L’ex sindaco di Palestrina è anche lui “in lotta” per un’ospedale. Si tratta del “Coniugi Bernardini” di Palestrina, che era stato trasformato in Covid-Hospital dalla Asl Roma 5 e aveva visto sospesi alcuni servizi. Di recente i sindaci di Zagarolo e Palestrina hanno chiesto che i servizi sospesi dalla Asl di Tivoli siano riattivati.

Qualche giorno fa il Consigliere Lena era intervenuto con una nota in cui annunciava un “passo avanti” sulla questione. Allo stesso tempo coglieva l’occasione per ricordare, in modo “soft”, la necessità di riaprire alcuni servizi. Ecco cosa aveva detto il presidente della Commissione Sanità il 2 dicembre:

“Un altro passo in avanti – aveva dichiarato Lena – per ampliare i servizi offerti dall’Ospedale dei Monti Prenestini Nei giorni scorsi avevamo annunciato una nuova fase di ripartenza che dal 1° dicembre ha già visto muovere i suoi primi passi. Hanno riaperto, infatti, il servizio della sala gessi e l’ambulatorio specialistico ortopedico, alternati con la presenza – altra novità attesa – del medico ortopedico presso il Pronto Soccorso. Questo è solo l’inizio di un percorso che dovrà riportare a Palestrina i servizi di Ginecologia, Ostetricia, Pediatria e di altre strutture importanti per l’assistenza sanitaria. Non dimentichiamo i sacrifici sostenuti dall’Ospedale nel periodo più drammatico della pandemia e questi primi passi rappresentano una prima risposta agli impegni presi e agli appelli dei Sindaci dei Monti Prenestini”

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