Artena, TASI da cardiopalma: l’avviso arriva come “Tribunale di Velletri”

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Alle famiglie di Artena stanno arrivando le bollette della TASI 2014-2015 che già avevano pagato. I cittadini: “Non passiamo pagare con il nostro tempo la disorganizzazione di altri”. In almeno un caso il destinatario si è visto recapitare l’avviso di giacenza con scritto “atti giudiziari”

A qualcuno stava per prendere “un colpo” quando si è visto recapitare un avviso di giacenza con scritto “Mittente: Tribunale di Velletri”. Nelle settimane appena trascorse le poste hanno infatti recapitato le cartelle del CEP e quando non hanno trovato i destinatari in casa hanno lasciato un avviso che ha fatto pensare a qualche causa. Nell’intestazione dell’avviso di giacenza era infatti indicato chiaramente come mittente il Tribunale di Velletri, senza indicare invece l’ufficio di Artena del Cep come luogo in cui recarsi. Nella comunicazione di avvenuta notifica era solo scritto:

“Gentile Signore, la informiamo che come previsto dall’art. 7, sesto comma, della legge 890/82 modificata dalla legge 31/2018, che in data (…) è stata effettuata la consegna della raccomandata AG n. (…), contenente l’atto giudiziario (nr. Cronoligico …) su richiesta di Cep Spa. (…) La informiamo, pertanto che la presente lettera raccomandata costituisce comunicazione di avvenuta notifica”.

Quando sono tornato a casa e ho visto questa lettera – ha detto Franco (nome di fantasia) – mi è preso un colpo. Siccome non c’era indicazione di quale ufficio dovevo contattare e la raccomandata non mi era ancora arrivata, ho cercato questo CEP e l’ho trovato a Zagarolo. Lì mi hanno detto – ha raccontato – che si trattava di un atto del Comune di Artena. Quando sono tornato a casa mi è arrivata la raccomandata e ho dovuto portare di nuovo tutte le bollette già pagate in Comune”.

Sì perché alla fine gli atti inviati riguardavano la TASI del 2014 e del 2015. Il Cep (Consorzio Enti Pubblici) che gestisce i tributi del Comune di Artena, ha inviato di nuovo le bollette di quegli anni. Così i destinatari si sono dovuti prendere una mattinata (o un pomeriggio) per andare in Comune, dove c’è l’ufficio CEP, e portare loro i bollettini già pagati.

“Quando sono andato – racconta ancora Franco – ho portato le bollette pagate e hanno fatto le fotocopie, proprio come avevano fatto cinque anni fa altri che in quel periodo gestivano i tributi. Non è possibile che ogni volta che cambia società succedono le stesse cose: chi perde tempo alla fine siamo noi per un disservizio loro”. Come Franco in Comune sono andate altre persone che, pazientemente, si sono messe in fila pagando con il loro tempo la disorganizzazione di altri, trattenendo a stento l’irritazione per quanto accaduto.

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