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Il giorno dopo le elezioni comunali gli uffici regionali hanno rivisto la decisione del 2017 eliminando l’obbligo della Valutazione d’Impatto Sanitario perché “non previsto per questa tipologia di impianto dalla normativa vigente in materia”
Per chi ha lottato contro la Biometano del Colubro non è una buona notizia, anche se va ancora capito cosa effettivamente comporterà questo nuovo atto della Regione Lazio in merito al progetto. Nel Bollettino Ufficiale Regione Lazio di oggi è andata infatti in pubblicazione una determinazione dirigenziale che riduce gli adempimenti cui la società deve sottostare. Adempimenti che erano stati fissati con una determinazione regionale nell’estate del 2017, al termine di diverse manifestazioni pubbliche dei residenti e alcune conferenze dei servizi.
Che dice la determinazione pubblicata oggi?
L’atto firmato il 27 maggio scorso modifica le prescrizioni regionali del 2017 “escludendo dall’ottemperanza l’imposizione della VIS in quanto strumento non previsto per questa tipologia di impianto dalla normativa vigente in materia, la validazione da parte di ARPA Lazio dei dati delle analisi effettuate dal proponente sul sito e la disposizione che qualsiasi iniziativa nella località di progetto sia vincolata all’esito favorevole del compimento delle procedure ex art. 242 sul sito del depuratore in località Colubro in quanto disposizioni non coerenti con le previsioni normative e oggetto di specifici elementi in sede di autorizzazione“.
Cosa significa? A parte la VIS, l’atto rimanda il controllo delle analisi da parte dell’ARPA Lazio alla conferenza dei servizi che si terrà in caso di ottemperanza alle prescrizioni e di discussione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Inoltre con questo nuovo provvedimento la Regione esclude la necessità che la realizzazione della Biometano sia condizionata all’analisi di rischio (“caratterizzazione”), al monitoraggio e all’eventuale bonifica dell’inquinamento che si è riscontrato intorno al depuratore del Colubro.
La Valutazione d’Impatto Sanitario
E veniamo infine alla Valutazione di Impatto Sanitario. La VIS era stata imposta dalla Regione nel 2017 con queste parole: “In base alle preoccupazioni manifestate dalle comunità locali con le numerose osservazioni pervenute, si ritiene necessario che sia effettuata una Valutazione di Impatto Sanitario (V.I.S.), procedura valutativa ora inserita nel contesto normativo di riferimento dal nuovo D.Lgs. 104/2017 che modifica l’attuale testo unico ambientale, in modo che siano accertate le condizioni necessarie per l’assenza di danni all’ambiente e alla salute pubblica“.
Tuttavia l’obbligo di realizzare la valutazione d’impatto sanitario è stato infine escluso con il provvedimenti del 27 maggio scorso, che sostiene la mancata previsione della VIS da parte della normativa “per questa tipologia di impianti“.
Come si è arrivati a questo nuovo provvedimento?
Ma come si è arrivati a questo atto formato (di certo) per casualità proprio il giorno dopo le elezioni comunali? La determinazione regionale ha per oggetto delle “precisazioni” sul procedimento di valutazione dell’impatto ambientale della Biometano. Dalla lettura della determinazione si scopre che la società Green Park Ambiente srl, dopo la pronuncia del 2017, ha presentato un’istanza di “annullamento parziale in autotutela” della determinazione regionale.
L’istanza è stata presentata nello stesso anno e chiedeva la revisione di sette imposizioni. Quell’istanza è rimasta “dormiente” fino a qualche giorno fa “per motivi inerenti l’organizzazione degli uffici” (così dice la determinazione), finché non è stata presa in considerazione accogliendo tre richieste su sei lunedì 27 maggio 2019.
E ora?
Pare verosimile sostenere che la procedura vada avanti, sempre che la società intenda farlo. In tutto ciò il Comune continuerà a giocare un ruolo determinante perché alcune prescrizioni regionali lo riguardano direttamente. In particolare è prevista ancora la necessità di valutare “con l’Amministrazione comunale la necessità di attivare l’iter della variante urbanistica per le aree interessate dall’impianto di nuova realizzazione” e di modificare il progetto per inserire “opere di adeguamento da concordare con il Comune di Artena” per rendere idonea la viabilità principale e secondaria.
Altre imposizioni che, tra le altre, rimangono: la necessità di dimostrare che il progetto “è a sostegno del settore agricolo, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale” e di verificare una “soluzione di una sezione depurativa aggiuntiva in grado di garantire valori in uscita dall’impianto di depurazione interno (…) che renda di fatto l’impianto completamente indipendente dal depuratore Colubro“.