L’ambientalismo ragionevole dei sovranisti di provincia

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Questa riflessione è su una parte politica. Questo articolo non parla propriamente di ambiente, di rifiuti, della discarica di Colleferro o degli inceneritori, no. Questo articolo parla di clima sul nostro pianeta, di sputi sui volantini e di scelte politiche. Questo commento mette in rassegna ricordi e considerazioni sul rapporto tra sovranisti e l’ambiente.

Ragionevole, ponderato e basato su rilevanze scientifiche, è l’ambientalismo dell’ex Sindaco di Colleferro Silvano Moffa e di molti esponenti di destra. E’ in sostanza una frase utilizzata in opposizione a un ambientalismo “di maniera, preconcetto che non tiene conto della realtà dei fatti”, spiega Moffa in un video del 17 novembre 2018 vicino al suo caminetto.  

Da un punto di vista ampio, tipo quanto il nostro pianeta

“Ambientalismo ragionevole”, titolo di un comizio di Moffa del 15 maggio 2015. Ambientalismo ragionevole, titolo di una conferenza del 15 maggio di quest’anno promosso dall’associazione Fare Ambiente, in collaborazione con la Lega Nord e con la presenza del loro leader Matteo Salvini. Ma quale sarebbe l’ambientalismo portatore di raziocinio dei sovranisti italiani che renderebbe irrazionale tutto il resto? Non è molto chiaro, soprattutto se lo guardiamo da un punto di vista molto ampio, tipo quanto il nostro pianeta. Da più di un anno il movimento globale Fridays for Future porta in strada i contenuti dei rapporti curati dal gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) che riunisce centinaia di esperti e scienziati. Il loro ambientalismo, fondato proprio su dati allarmanti riguardo il cambiamento climatico e il riscaldamento globale, cammina nelle strade per chiedere una sterzata radicale; un ripensamento del nostro modello di sviluppo basato sulle fonti fossili, sullo sfruttamento delle risorse e di persone.

Il loro messaggio, amplificato da Greta Thunberg e sostenuto da tante organizzazioni ambientaliste, ha una portata critica nei confronti del capitalismo, del patriarcato e punta il dito contro chi ha maggiori responsabilità, come le grandi imprese e i governi.

Negazionismo climatico e sovranismo senza respiro

“Da quando hanno lanciato l’allarme del riscaldamento globale fa freddo, c’è la nebbia. Lo sto aspettando questo riscaldamento globale”, tuonava Salvini lo scorso maggio dal palco di Sassuolo durante uno dei suoi comizi. Non è una battuta consegnata per gli applausi, ma è negazionismo climatico ripreso da Trump, da Orban, da Bolsonaro e da tutti gli esponenti delle destra sovranista, quella nemica dell’ambientalismo, come ha spiegato Luigi Manconi il 5 settembre sulle colonne de La Repubblica. “Il sovranismo – scrive Manconi – come forma moderna della cultura reazionaria è “costretto” a giocarsi tutto sull’oggi: non può accettare, perciò, l’evidenza dell’esaurirsi delle risorse naturali, del consumarsi delle fonti energetiche e dell’emergenza climatica. In termini di politica nazionale – lo si vede limpidamente nei Paesi Europei – il sovranismo si mostra ostile verso il cosiddetto sviluppo sostenibile, sospettoso verso la green economy e diffidente verso la fiscalità ecologica”.

Sovranisti di provincia

Oggi a Colleferro, attraverso la definizione di “ambientalismo ragionevole”, il sovranismo senza respiro descritto da Manconi, conduce discorsi sulla discarica di Colle Fagiolara, sulla bonifica della Valle del Sacco e sugli inceneritori. Parlano dell’oggi, di quello che vediamo ora, credendo che tutta la platea abbia la memoria di un pesce rosso: ogni giorno si ricomincia, senza coscienza e ricordo di quanto avvenuto in precedenza, come se fosse sempre il primo giorno, così da poter urlare nella folla, come spettatori qualsiasi: “Colleferro sta diventando la città dei rifiuti”. Lo scrivono sui social gli esponenti di Azione Popolare, realtà fondata da Moffa, con allegate decine di foto di camion che scaricano nella discarica a Colle Fagiolara. Cercano di entrare nel dibattito sui rifiuti incolpando l’attuale Sindaco, la Regione e la Sindaca Virginia Raggi.

Ce ne sarebbe da dire sulla gestione rifiuti di Roma, ma qui mi interessa indagare il rapporto tra sovranisti di casa nostra e le questioni ecologiche del territorio. Mi interessa approfondire la retorica di chi sostiene politiche di repressione, di attacco alle Organizzazioni Non Governative, di chi il sabato pomeriggio su Corso Filippo Turati raccoglie le firme contro lo Ius soli, di chi pensa che i migranti climatici non esistano, di chi sarebbe pronto a raccogliere tonnellate di plastica in mare, ma guai a far entrare la “Sea Watch” in acque italiane.

Negazionismo ambientale e sputi

A Colleferro i sovranisti li vedi, non sono molto seguiti, ma ci sono. Tra di loro c’è Antonio Rossi, ex consigliere di maggioranza eletto con Forza Italia nella giunta Cacciotti, ora grande salviniano. Nelle strade di Colleferro, dove oggi invita a firmare contro il MES, qualche anno fa lo si poteva incrociare mentre sputava sui volantini degli ambientalisti dell’UGI. “Io ne farei cinque di discariche”, urlava nel novembre del 2010, tra uno sputo e l’altro. Tornando indietro nel tempo di dieci anni, troviamo alcuni esempi dell’approccio alle tematiche ambientali da parte della destra colleferrina: Eugenio Trani, l’assessore all’ambiente della giunta Cacciotti, catalogava le questioni ambientali a un tempo passato, in sostanza le archiviava. Un filo di voce, testa bassa e vai con i ricordi dell’industria galvanica, della chimica a Colleferro. Problemi all’inceneritore? Prima a Colleferro quando c’era la galvanica era peggio. Un sito inquinato da derivati della produzione del Lindano? Prima a Colleferro quando c’era la galvanica era peggio.

Guardare la parte tossica dell’eredità industriale è sempre stato difficile per chi ha governato Colleferro per venti anni. C’è chi è arrivato addirittura a negare la persistenza dell’inquinamento. Nel 2010, il Sindaco Mario Cacciotti durante la sagra della nocciola di Labico decretò la fine dell’emergenza ambientale: “Per fortuna l’inquinamento non esiste più”, disse dal palco della sagra. Una forma di negazionismo ambientale, proprio come Trump, Bolsonaro e Salvini. Un ripudio totale, dimostrato una volta durante un consiglio comunale del 2009, quando un gruppo di ambientalisti portò dei mazzi di fiori per omaggiare i morti da inquinamento. Un gesto forte al quale Cacciotti rispose con un rito antichissimo: una grattata.

L’ambientalismo ragionevole entra in crisi con i rifiuti

“Come si fa a contestare Salvini – continua Moffa nel video – per aver detto una cosa molto semplice? Se vogliamo risolvere il problema dei rifiuti, bisogna realizzare un termovalorizzatore in ogni provincia. Roma, la capitale d’Italia, che ormai è sporca e indecente, è l’unica Capitale europea che non ha ancora un impianto di termovalorizzazione”. Quel video del 2018 è stato realizzato come commento alla visita di Matteo Salvini a Napoli e come riflessione sull’emergenza rifiuti romana. Silvano Moffa, politico di lungo corso, nome importante della destra italiana, tre volte Sindaco di Colleferro: nel ’93, nel ’97 e nel 2004, si è ricandidato alle ultime elezioni, quelle del 2015. Nel suo programma c’era scritto: “Crediamo in un ambientalismo ragionevole in cui tecnologia e progresso convivano nel rispetto dell’ambiente”.

A favore degli inceneritori c’è una compagine trasversale. Basti pensare al Partito Democratico e al suo Sblocca Italia, o ai circoli locali del Pd, che in documento del 2016 scrivevano di essere favorevoli all’ammodernamento degli impianti di Colleferro Scalo. Ma qui, ripetiamo, ci interessa analizzare chi parla della difesa dei confini, chi difende la Nazione e popolazione italiana, che viene prima di tutti e tutto. Ma vale anche per la popolazione del quartiere Scalo? La relazione del 26 marzo 2001 del gruppo tecnico guidato dal Ministero dell’Ambiente contiene le proposte di ristoro ambientale avanzate dall’amministrazione Moffa per compensare l’impatto degli inceneritori. Tra le proposte del Comune del 2001 troviamo: un nuovo ambulatorio, un nuovo parcheggio, il risanamento del fiume Sacco, un nuovo piazzale al centro dello Scalo, piano di recupero di via Casilina, realizzazione nuova scuola elementare e di un auditorium.

“Colleferro ha già dato”, gridano oggi i sovranisti. E loro cosa hanno dato a Colleferro? Forse, oltre agli abitanti dello Scalo, potrebbero rispondere tante generazioni di studenti e studentesse dell’IPIA. A vivere troppo di attualismo e di oggi, come dice Manconi, i sovranisti di casa nostra, impegnati a difendere la nostra identità, dimenticano di aver contribuito a esiliare quella scuola, spostata dal centro della città nel 2004. Servivano più classi, una struttura nuova. Accontentati in via Palianese km 1,200 in faccia a una discarica aperta negli anni ’90. Tra qualche mese quella scuola tornerà in centro città. Magari sarà già entrato in vigore il piano per l’educazione alla sostenibilità, così potranno raccontare cos’è stato per loro l’ambientalismo ragionevole.

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