Paolocci (USB): “Le Coop che vogliono fare nel Lazio? Serve un confronto con tutto il mondo cooperativo”

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Sciopero in corso ai supermercati di Unicoop Tirreno a Colleferro, Genzano, Velletri, Fiuggi, Frosinone, Aprilia e Pomezia

Oggi i negozi di Unicoop Tirreno di Colleferro, Frosinone, Fiuggi, Velletri, Genzano, Pomezia e Aprilia stanno scioperando. Serranda chiusa contro la decisione di cedere le otto attività in perdita. Così i lavoratori rispondono alle decisioni di Unicoop Tirreno nel Lazio Sud, ottenendo la solidarietà dei soci e delle istituzioni locali. A Colleferro, insieme ai lavoratori in sciopero, ci sono UBS e COBAS che chiedono di rivedere la decisione aziendale, mentre i soci Coop sono in fila per sottoscrivere una petizione contraria alla chiusura.

“Oggi sono in sciopero tutti e otto negozi – ha commentato Luca Paolocci di USB – è una giornata di lotta riuscitissima in cui ci opponiamo alla cessione perché siamo interessati alla tutela dei lavoratori. Ciò che sosteniamo è che se non si rivede il piano di sviluppo complessivo delle cooperative nel Lazio, a rimetterci saranno sempre i lavoratori”. Il rappresentante del Coordinamento nazionale lavoro privato, oltre a contestare la decisione di Unicoop, chiede anche di aprire un confronto con tutto il variegato mondo delle Coop. Richiesta che si aggiunge a quella di chiarezza da parte dell’azienda avanzata da Stefania Trevisan (COBAS).

Paolocci: “Di cosa si vorrà occupare Coop nel Lazio?”

“Questa è una vertenza che non si può affrontare in modo frettoloso e parziale.
Il mondo della cooperazione nel Lazio ha più Coop e tanti franchising – ha affermato il rappresentante di USB -, per questo abbiamo chiesto un tavolo di confronto in Regione affinché siano coinvolte tutte le cooperative che insistono sul Lazio con i loro organi politici, cioè Lega Coop e ANCC”.

“Unicoop Tirreno dichiara di chiudere otto negozi e aprire 10 franchising – prosegue Paolocci – quindi siamo davanti ad un cambio di strategia epocale e non vorremmo che si ripeta ciò che è successo in Campania. Ci chiediamo che vuole fare e di che si vuole occupare Coop in futuro e che obiettivi abbia nel Lazio, una regione in cui è presente Unicoop Firenze con i Doc, Coop Centro Italia con Superconti, Unicoop Tirreno e Alleanza 3.0”.

Una vicenda figlia della crisi di Unicoop Tirreno

I lavoratori sono così stretti tra due questioni più grandi di loro: una è la strategia complessiva del mondo delle cooperative, l’altra è la crisi di Unicoop Tirreno, iniziata qualche anno fa quando il prestito dei soci è arrivato a 1,1 miliardi e sono servite maggiori garanzie. “In quel periodo – spiega Paolocci – Unicoop Tirreno ha avuto un prestito di 175 milioni da parte delle altre Coop per garantire il prestito prestito dei soci. Si è quindi firmato un piano triennale di risanamento in cui c’era la cessione o la chiusura di negozi in sofferenza in Toscana, Lazio e Campania ma non erano compresi sette degli otto negozi che ora si vuole cedere. E un conto è chiudere un negozio di otto dipendenti e ricollocarli, altro è chiudere negozi più grandi. Ora con questo passo siamo fuori dal piano triennale presentato”.

I lavoratori interessati direttamente dalle cessioni di Unicoop Tirreno sono 270. Vi si aggiungono gli indiretti, cioè i lavoratori di Cooplat, che si occupa delle pulizie. In proposito Unicoop Tirreno ha affermato che nel mandato di cessione sono garantiti i livelli occupazionali, tuttavia ciò che preoccupa i lavoratori sono le garanzie contrattuali in caso di passaggio ad una società diversa dalla Coop. La lotta dei lavoratori proseguirà il 26 settembre dalle 10 davanti al Ministero dello Sviluppo Economico.

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