Discarica di Colleferro: ancora miasmi e disagi per i residenti

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Il 16 agosto i miasmi provenienti dalla discarica di Colle Fagiolara hanno invaso Colle Rampo, via Fontana Barabba, Colleferro Scalo e altre zone.

Alcuni residenti hanno allertato la Polizia municipale e il Comune di Colleferro ha inviato una nota a Lazio Ambiente per chiedere l’installazione di altri quattro nebulizzatori necessari per abbattere la puzza

E’ così da stamattina presto! Non si può respirare! Senti che puzza? Oggi è insopportabile, peggio di tutti gli altri giorni!” A parlare è un signore incontrato a Colle Rampo, contrada di Paliano che dista pochissimi metri dalla discarica di Colle Fagiolara. Racconta dei miasmi del dopo ferragosto dalla sua macchina, cercando di abbassare il meno possibile il finestrino, per tentare di salvarsi dalla puzza e dal polverone alzato dai lavori del cantiere Vailong, dove nascerà un gigantesco polo logistico.

Sono le undici del 16 agosto e la puzza invade tutta Colle Rampo, arriva a Via Fontana Barabba e si avverte fino al Truck Village, la grande zona servizi per autotrasportatori. “Questa mattina la puzza è stata veramente forte”, spiega Sandro, altro residente della zona. Mentre su Via palianese continua il viavai di camion che scaricano rifiuti, i miasmi restano per tutto il giorno, e verso le nove e mezzo di sera la puzza è forte come alle prime ore del mattino, percepibile anche fino al casello autostradale e a Colleferro Scalo. “Ieri mattina non si riusciva a uscire di casa. Ho chiamato i vigili, ma mi hanno detto che la mia era l’ennesima chiamata per andare a verificare. Loro vanno ma poi non succede niente”, racconta Isabella, che ogni estate torna nella sua casa a Colle Rampo. “I miei figli – continua Isabella – uno di quattro e l’altro di otto anni non possono respirare quell’aria“. Chi abita tra Colleferro e Paliano vive spesso giornate estive così, si sveglia e va a dormire con i miasmi provenienti dalla discarica. “Perché a volte puzza di più? Perché questi giorni di agosto la puzza è così forte? Molti residenti si fanno queste domande e cercano spiegazioni. Il comitato residenti, coordinato da Ina Camilli, è in attesa di incontrare Daniele Fortini, amministratore unico di Lazio Ambiente e il Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna. “Se il presidente Fortini ci incontrerà – spiega la Camilli – gli chiederemo informazioni sulla data e sul piano di chiusura di Colle Fagiolara, sul piano di gestione del post mortem, sulle fideiussioni. Chiederemo informazioni sulla capienza residua dell’invaso e sul passaggio dei servizi dei raccolta e spazzamento al consorzio Minerva”. Sui disagi provocati dai miasmi la Presidente del comitato racconta: “noi che viviamo e lavoriamo qui, abbiamo cefalee, nausea, vertigini e insonnia. Oltre a noi pensiamo ai lavoratori e alle loro condizioni di salute. Dopo la chiusura dell’anno scolastico gli odori nauseabondi sono stati sempre più intensi e persistenti, soprattutto verso le tre e mezza della notte, è qualcosa di inenarrabile”.

La qualità del rifiuto in entrata

Al momento, in attesa di una spiegazione pubblica, ufficiale e dettagliata sui motivi che hanno causato l’intensificarsi dei miasmi, l’associazione Retuvasa, in una delle sue ultime note stampa, ha considerato un’ipotesi da verificare: Le emissioni odorigene sono sicuramente frutto di un rifiuto non completamente trattato e privato della sostanza organica come da normativa, ipotesi ancora più probabile dopo che gli impianti di trattamento regionali sono stati messi sotto pressione dall’ordinanza di Zingaretti. In pratica, i suddetti impianti non riescono a gestire correttamente una mole così elevata di rifiuti. Di conseguenza rischiano anche l’illecito, visto che nessuno osa fermarli. Come se non bastasse, a completare il quadro, la processione quotidiana di camion in entrata a Colle Fagiolara. Per questi motivi, non è pensabile effettuare la copertura dei rifiuti a cadenza per evitare lo sprigionamento di gas, pertanto è probabile che l’operazione venga svolta a fine giornata, quando il danno sanitario (ed esistenziale) è già fatto”.

 Visto il conferimento giornaliero di circa 1000 tonnellate di rifiuti provenienti dagli impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb) del Lazio, l’associazione ambientalista propone quindi di iniziare a controllare, senza preavviso, la qualità del materiale in entrata e di verificare le procedure di copertura dei rifiuti. Su questo aspetto infatti la normativa prevede che “i rifiuti che possono dar luogo a dispersione di polveri o ad emanazioni moleste devono essere al più presto ricoperti con strati di materiali adeguati”.

Il Comune di Colleferro ha chiesto di installare altri nebulizzatori

In discarica ci sono quattro nebulizzatori, in sostanza apparecchiature che abbattono i cattivi odori, ma vista la situazione, i ritmi di conferimento, il caldo e le ipotesi sulla qualità del rifiuto in entrata, sembrano non bastare. A La Nuova Tribuna l’assessore all’ambiente Giulio Calamita ha comunicato che il Comune di Colleferro, il 14 agosto, ha inviato una nota a Lazio Ambiente e alla Regione chiedendo l’installazione di altri quattro nebulizzatori. Bisogna installare altri nebulizzatori, efficaci nel contrasto delle emissioni odorigene e disporli nel modo corretto. Oltre al rispetto delle normative occorre fare un passo in più ed arrivare alla chiusura della discarica con il minimo impatto possibile“, spiega Calamita.

Le garanzie sulla chiusura

La chiusura della discarica è stato annunciata e ribadita più volte. Per il Comune di Colleferro il 31 dicembre 2019 segnerà dunque la fine di un sito contraddistinto da origini e ampliamenti anomali. La conferma sulla data della chiusura è arrivata anche da Daniele Fortini, che ad aprile scorso ha comunicato al Comune di Colleferro l’inizio delle operazioni del Capping (copertura) della parte più vecchia della discarica attraverso la piantumazione con diversi tipi di alberi ad alto fusto. Per questa prima fase la Regione ha stanziato 2 milioni di euro. Per quanto riguarda le garanzie sulle risorse finanziere necessarie alla gestione del così detto post-mortem della discarica, Il movimento Rifiutiamoli, a fine aprile, durante un sopralluogo in discarica ha chiesto informazioni direttamente a Fortini: “Sul post mortem – riporta la nota del movimento –  giunge la conferma che i soldi ci sono e verranno garantiti dalla Regione Lazio. Nel frattempo sarà la Regione a dover sopperire alla sparizione dei fondi che dovevano essere accantonati dalle precedenti gestioni, tra l’altro sembra che anche Lazio Ambiente SpA non abbia provveduto all’accantonamento, cosa che invece sta facendo ora, da quando sono ripresi i conferimenti da ottobre 2018. La sopraelevazione di 7 metri con tutta probabilità verrà riportata nell’invaso che si è creato dallo spostamento dei tralicci dopo la chiusura del 31 dicembre e a Step controllati per non creare disagi”.

Informazioni e richieste di ascolto

I cittadini e le associazioni vogliono capire i motivi della puzza, cercano risposte alle loro incertezze, ai dubbi e alla diffidenza germogliata dopo anni di attacchi al territorio. Su questo aspetto il movimento Rifiutiamoli, sei mesi fa, ha proposto di istituire un momento di divulgazione e confronto sui lavori in discarica: un appuntamento fisso, da fare all’interno dei locali della scuola IPIA, con la presenza delle istituzioni, Lazio Ambiente, Comune di Colleferro e Regione Lazio, per consegnare ai cittadini informazioni e aggiornamenti sui conferimenti e sulle procedure che porteranno alla chiusura di Colle Fagiolara. Per ogni giornata di puzza, per ogni aumento dei livelli di miasmi, i cittadini chiedono una risposta.

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